* Tutela della Biodiversità

.

Agg.: 27 Aprile 2011

Convegno

 LIONS DAY Convegno

“Tutela, conservazione e valorizzazione della Biodiversita’ ed uso sostenibile delle risorse in Sicilia dopo la Conferenza di Nagoya”

 

“Aderendo all’invito del nostro presidente internazionale Sid Scruggs III, il quale ha proposto il mese di aprile per la realizzazione di attività riguardanti la cura dell’ambiente”, i Lions siciliani hanno celebrato il “Lions Day” 2011 con un convegno dal titolo “TUTELA, CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DELLA BIODIVERSITA’ ED USO SOSTENIBILE DELLE RISORSE, IN SICILIA, DOPO LA CONFERENZA DI NAGOYA” e con una “MOSTRA DELLA BIODIVERSITA’”, ambedue realizzati nei nuovissimi ed accoglienti locali del Centro Congressi di “Villa Orchidea” di Comiso, in provincia di Ragusa.

Dopo gli indirizzi di saluto del sindaco di Comiso avv. Giuseppe Alfano, del sindaco di Vittoria avv. Giuseppe Nicosia, del presidente della provincia di Ragusa ing. Franco Antoci, del presidente della VII Circoscrizione Francesco Leonardi e del Delegato responsabile per il Lions Day rag.Salvatore Cascone, ha introdotto i lavori il delegato del Governatore al tema di Studio “Tutela della Biodiversità”, Luigi Savarino, trattando il tema: “I Lions Siciliani per la tutela della Biodiversità”.

Savarino ha affermato, tra l’altro, che La conservazione della diversità biologica comprende sia la protezione sia l’uso sostenibile e consente di garantire il corretto funzionamento degli ecosistemi e l’approvvigionamento dei servizi che da essi derivano e che costituiscono la base essenziale per la vita umana e per l’economia globale. La perdita di biodiversità e una ridotta efficienza dei servizi ecosistemici hanno un alto costo sociale ed economico non solo con riferimento alla sostenibilità ambientale ma anche allo sforzo per ridurre la povertà, la sofferenza e la malattia in ogni parte del mondo”; ed inoltre che “L’esperienza maturata a livello nazionale e regionale sulla biodiversità, basata su una solida informazione scientifica, ha chiarito, inequivocabilmente, che i fattori che incidono sul funzionamento degli ecosistemi sono tali da rendere insufficiente un puro approccio conservazionistico alla Biodiversità (IV Rapporto nazionale per la Convenzione sulla Diversità Biologica, Valutazione finale dell’attuazione del Piano d’azione comunitario). Nel processo analitico, perciò, devono essere presi in considerazione i fattori sociali, culturali ed economici: un esame integrato delle esigenze di conservazione e di sviluppo è la chiave di un nuovo approccio di sostenibilità in cui diversità biologica, economica e culturale giocano un ruolo fondamentale e sinergico per lo sviluppo equilibrato del Paese”.

Il primo degli interventi è stato quello del dottor Gaetano Valastro, direttore della Struttura territoriale di Siracusa dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente in rappresentanza del Direttore generale ing. Sergio Marino, il quale ha detto, tra l’altro, che “………l‘attività dell’ARPA riguarda il controllo della qualità dell’ambiente nella totalità delle sue matrici, la tutela ed il recupero dello stesso nell’ottica della sostenibilità dello sviluppo. Tali azioni si sviluppano per mezzo di servizi, controlli e monitoraggi ambientali in grado di acquisire, elaborare e quindi restituire all’esterno informazioni sull’ambiente; in tale ottica l’ARPA Sicilia risponde ad esigenze non soltanto istituzionali, ma anche e sopratutto sociali, esprimendo e realizzando la comune esigenza di salvaguardia dell’ambiente, inteso sia come risorsa naturale che come elemento di tutela della salute umana.Per la realizzazione di tali primari obiettivi, l’Agenzia attua il monitoraggio ambientale tramite la rilevazione di fattori fisici, geologici, chimici e biologici; esegue analisi di laboratorio di rilievo ambientale e di prevenzione sanitaria della collettività; vigila sul rispetto della normativa vigente e delle prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzatori rilasciati dalle Autorità competenti in campo ambientale, ed opera inoltre nell’ambito della produzione e dello scambio di conoscenze, attuando campagne informative che diffondano nel territorio regionale nuove realtà e soprattutto nuova coscienza e cultura ambientale”.

Subito dopo ha preso la parola la dott.ssa Rosa De Gregorio, Dirigente dell’Unità Operativa 3 per il Monitoraggio Normativo, Studi e Ricerche sulle Tematiche Agro-Ambientali e Sviluppo Sostenibile, in rappresentanza del Direttore generale dott.ssa Rosaria Barresi, assente perché impegnata al Vinitaly di Verona, la quale ha affermato che “ …….. l’esigenza di salvaguardare la biodiversità è un obiettivo trasversale che caratterizza gli interventi programmati dalla Regione con il PSR 2007/2013 – SICILIA. In particolare tale obiettivo è perseguito con le misure dell’Asse 2 sia con le misure rivolte al settore agricolo che quelle al settore forestale e nello specifico:

  • le misure 211 e 212 Indennità compensativa per le zone svantaggiate per evitare il continuo abbandono dei sistemi agricoli tradizionali estensivi come le foraggere e i pascoli e il mantenimento delle colture tradizionali quali olivo, frassino, da manna, carrubo, mandorlo, nocciolo, pistacchio, ecc…
  • con la misura 214 sottomisura 1 azione 214/1D favorendo l’allevamento in purezza delle razze in pericolo di estinzione, come le bovine Modicana e Cinisara, il cavallo Sanfratellano, il Suino nero dei Nebrodi, l’asino Ragusano nonché il Pantesco, tra gli ovicaprini, la Barbaresca, la Girgentana, l’Argentata dell’Etna, ecc.
  • con la sottomisura 214/2 sono state attivate due azioni:

1)   Azione A finalizzata alla promozione di iniziative volte al recupero, alla conservazione e alla diffusione delle risorse genetiche vegetali di specie a rischio di erosione genetica, attraverso la promozione di iniziative, a carattere pubblico, finalizzate alla conservazione, in situ ed ex situ, caratterizzazione, raccolta e utilizzazione delle risorse genetiche vegetali autoctone ed al mantenimento della biodiversità. Attualmente c’è un Bando aperto per la presentazione delle domande con scadenza al 29 /4/2010 (GURS 57/2010)

2)   Azione B finalizzata al recupero e salvaguardia del  materiale genetico vegetale presso le aziende degli “Agricoltori Custodi”. L’agricoltore custode è un soggetto privato che, nell’ambito del territorio regionale, esercita a qualsiasi titolo la pratica agricola e provvede alla conservazione di varietà del germoplasma frutticolo siciliano definite in un elenco predisposto dall’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari.

Il campo potrà essere  realizzato in unico appezzamento o due distinti appezzamenti (della medesima azienda), con superficie minima di 2.000 mq e massimo di 7.000 mq. Il sostegno è al 100% delle spese ammissibili le disposizioni attuative e il bando per la presentazione delle domande è pubblicato sulla GURS del 11/3/2011 la data di scadenza della prima fase è il 31/5/2011. Tutti i bandi e le disposizioni attuative sono consultabili sul sito web:

http://www.psrsicilia.it/Bandi_attivi_per_misura_nuovosito.htm”.

Poi ha preso la parola la dott.ssa Carolina Di Maio, Direttore delle Riserve Naturali della Provincia Regionale di Ragusa, la quale ha illustrato gli esempi virtuosi di tutela della biodiversità esistenti in Provincia come la Riserva del Fiume Irminio.

L’ultimo intervento, molto seguito ed applaudito, è stato quello del dott. Giuseppe Italia, Dirigente generale Vicario dell’USR Sicilia, il quale ha evidenziato come “ ….. le acquisizioni del mondo scientifico e soprattutto le risoluzioni delle assisi internazionali sul tema, sottopongono ripetutamente alla nostra attenzione l’esistenza di una emergenza di tipo etologico. La questione può essere posta nei seguenti termini: a causa dei mutati comportamenti etologici abbiamo perso la capacità di stare in sintonia con l’ambiente; e non solo con l’ambiente astrattamente inteso, bensì con l’ambiente di prossimità, quello che ci sta attorno nei posti in cui viviamo ed operiamo. La crisi dei comportamenti e anzi l’adozione di modelli di comportamenti collettivi incoerenti con l’ambiente di prossimità è innanzi tutto crisi di modelli culturali. La drammaticità del fenomeno risiede nel fatto che siffatta crisi  sì è evoluta in un arco temporale brevissimo (appena un secolo e mezzo)  rispetto al lunghissimo tempo impiegato affinché l’esigenza di adattamento all’ambiente divenisse – per stratificazione e per ripetitività dei comportamenti medesimi – cultura nel senso antropologico del termine. Concausa di siffatto fenomeno credo sia anche l’omologazione dei comportamenti, conseguenza a sua volta della globalizzazione. Effetti immediati di tale crisi dei modelli culturali di comportamento sono da un canto il ritenere (ancorché in modo non intenzionale) che le azioni svolte, e come individui e come collettività, siano indifferenti rispetto all’ambiente di riferimento, dall’altro canto l’incapacità – ancora una volta e individuale e collettiva – di pensare a noi stessi come elementi necessariamente inseriti in un ecosistema, che pretende coerenza fra tutti gli organismi che lo costituiscono. Se si conviene sul fatto che la crisi comportamentale è innanzi tutto crisi culturale, allora non dovrebbero sussistere remore nel ritenere che occorre agire – e con assoluta urgenza – sui processi educativi. E’ acquisizione pacifica che nel nostro Paese, a livello di istruzione secondaria, tradizionalmente l’insegnamento delle scienze in generale – e di quelle biologiche in particolare – non ha mai avuto grande considerazione. Oggi, la consapevolezza di siffatta non più giustificata carenza ha determinato una inversione di tendenza nella impostazione dei nuovi indirizzi di studio, sui quali è stata incentrata la recente riforma della istruzione secondaria. E l’innovazione risulta particolarmente significativa sul piano metodologico dacché particolare rilievo vien dato alla cd didattica laboratoriale. L’idea portante è quella di dismettere l’insegnamento teorico a favore della disseminazione di una cultura scientifica basata preminentemente sulla pratica esperenziale. Il laboratorio – anche quello a cielo aperto del territorio – diventa componente non rinunciabile di una didattica efficace. L’avvertita nuova esigenza metodologica deve però scontare una non adeguata preparazione di base dei docenti in servizio, in modo particolare di quelli generalisti (docenti della scuola primaria). Questa constatazione rende inevitabile il ricorso alla collaborazione con tutti gli Organismi – istituzionali e privati – che possano offrire alle istituzioni scolastiche  una collaborazione per la implementazione della didattica delle scienze e per la realizzazione di quelle esperienze laboratoriali necessarie ad un insegnamento moderno, coinvolgente ed efficace. Siffatte collaborazioni con uno extra-scuola qualificato realizzano (possono realizzare) quei percorsi necessari a ricostituire – attraverso una conoscenza ragionata – la consapevolezza della necessità di riacquisire la sintonia con l’ambiente del quale stolidamente non ci sentiamo parte integrante. Le riflessioni fin qui svolte mi inducono coerentemente a ringraziare, in nome e per conto della Istituzione Scuola, che oggi rappresento, i Lions Siciliani per la sponsorizzazione che ha reso possibile la realizzazione della “Guida all’uso della biodiversità in Sicilia”, in collaborazione l’Assessorato regionale all’Ambiente e Territorio e con l’ARPA. E sia detto senza piaggeria, il supporto informatico realizzato ha la valenza di idoneo veicolo di disseminazione di una conoscenza scientifica sul tema della biodiversità, di percorso inteso a creare una cultura della sostenibilità, di strumento didattico per le acquisizioni di utili informazioni  su peculiari ecosistemi di ambienti naturali della nostra regione, che ben si prestano a costituire formidabili  laboratori a cielo aperto”.

Ha concluso i lavori il Governatore Giuseppe Scamporrino il quale, dopo aver ringraziato gli Oratori ed essersi complimentato con gli Organizzatori del Convegno e della Mostra, ha riaffermato la volontà dei Lions Siciliani di tutelare e difendere la biodiversità e l’ambiente e rafforzare l’integrazione tra conservazione della biodiversità e salute e benessere umano.

                                                                                  LUIGI SAVARINO

                                                                                  Delegato del Governatore

                                                                                  alla “Tutela della Biodiversità”

Il Pres. della Provincia di Ragusa Ing. F. Antoci

Il Delegato per il “Lions Day” Rag. S. Cascone

Il Delegato alla “Tutela della Biodiversità” Dott. Luigi Savarino

Direttore ARPA Dott. Gaetano Valastro

La Dirigente dell’Ass. Regionale all’Agricoltura Dott.ssa Rosa De Gregorio

Il Direttore Generale dell’USR Sicilia Dott. G. Italia

Il Governatore del Distretto Lions 108 Yb Sicilia Dott. G. Scamporrino

 Foto della “MOSTRA DELLA BIODIVERSITA’


Agg.: 3 Febbraio 2011

Tutela della  Biodiversità

Il cd “Guida all’uso della biodiversita’ in Sicilia” e’ stato presentato ai docenti referenti del servizio per l’educazione alla salute degli istituti di istruzione secondaria, di primo e secondo grado, statali e paritari, della provincia di Catania.

LUIGI SAVARINO

Delegato del Governatore

alla “Tutela della Biodiversità”


Agg.: 4 dicembre 2010 Da Luigi Savarino – Delegato alla “Tutela della Biodiversità”

Cari Soci,

la Biodiversità rappresenta uno dei temi scientifici, di grande rilevanza, che resta molto spesso poco noto ai ragazzi siciliani che frequentano le scuole secondarie.

Per tale motivo la nostra Associazione, che ha tra i propri scopi quello di “prendere attivo interesse al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità”, ha in corso di realizzazione sul territorio siciliano, in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA Sicilia), l’attività in oggetto.

Le finalità dell’iniziativa sono legate a:

– l’esigenza di diffondere le conoscenza sulla Biodiversità, con particolare riguardo alle pressioni che la minacciano;

– la necessità di accorciare le distanze, in atto esistenti, tra i Docenti e gli Studenti, da una parte, e l’immenso patrimonio di Biodiversità presente in Sicilia, dall’altra, per scoprire, insieme, il suo grande valore per la vita dell’uomo e per la tutela dell’ambiente.

In tale prospettiva, come già a Vostra conoscenza, i Lions siciliani hanno offerto, gratuitamente, agli Istituti d’Istruzione secondaria, di primo e secondo grado, Statali e Paritari, delle Province siciliane, un CD e la possibilità di partecipare ad eventuali conferenze organizzate dai Lions.

Il CD, denominato “Guida all’uso della Biodiversità in Sicilia” (già distribuito alla Direzione del Distretto ed ai Soci in occasione dello scorso “Incontro d’autunno”), prodotto da ARPA Sicilia, è stato masterizzato, a cura del sottoscritto, in quantità adeguata alla realizzazione del progetto, su autorizzazione dell’ARPA medesima.

Carissimi Soci, ho il piacere di comunicare che, il 1° dicembre u. s., il Direttore Generale Vicario dell’USR Sicilia, dott. Giuseppe Italia, che ringrazio, ha autorizzato la distribuzione del predetto CD.

La distribuzione, da realizzarsi a cura degli Uffici Dirigenziali Territoriali dell’USR Sicilia (a cui provvederò io stesso a consegnare i CD), interesserà, complessivamente, circa 1.200 scuole siciliane e circa 460.000 studenti.

Ritenendo che il progetto possa rappresentare un momento di crescita culturale, atto a sensibilizzare i giovani della nostra terra verso le problematiche di tutela ambientale, è con altrettanto piacere che desidero ringraziare per la fattiva collaborazione, il dott. Maurizio Gentile, Coordinatore del Servizio di Educazione alla Salute dell’USR Sicilia e la dott.ssa Rita Imperato, Referente Provinciale del Servizio di Educazione alla Salute dell’Ufficio Territoriale XV dell’USR Sicilia.

Un vivo ringraziamento deve, certamente, essere rivolto, tanto al Direttore Generale dell’ARPA Sicilia, ing. Sergio Marino, per la disponibilità dimostrata, quanto all’ing. Calogero Di Chiara, e alla dott.ssa Giovanna Segreto per la sensibilità alla realizzazione del progetto.

Un ringraziamento particolare desidero, infine, rivolgere all’amico dott. Matteo Bonfiglio, Direttore dell’Ufficio XIII dell’USR Sicilia, Ambito Territoriale di Enna e Delegato del nostro Governatore per i “Rapporti con la Scuola” che, con il Suo autorevole intervento, ha agevolato la realizzazione di questa parte del progetto.

Tanto, per ogni opportuna conoscenza, con vive cordialità.

LUIGI SAVARINO

Agg. : 1 Dicembre 2010 da Luigi Savarino – Delegato alla “Tutela della Biodiversità”

AGROBIODIVERSITA’ IN SICILIA


TUTELA, CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE

La Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica (CBD) descrive la biodiversità agricola come “…le componenti della diversità biologica relative al cibo e all’agricoltura e tutte le componenti della diversità biologica che costituiscono gli ecosistemi agricoli, anche chiamati agroecosistemi: le varietà e la variabilità degli animali, delle piante e dei microorganismi a livello genetico, a livello di specie e a livello di ecosistema, necessari a mantenere le funzioni chiave degli agro-ecosistemi, la loro struttura ed i loro processi”.

Nell’ambito degli impegni assunti con la ratifica della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD, Rio de Janeiro, 1992), avvenuta, per l’Italia, con la Legge n. 124/1994, si colloca l’elaborazione di una Strategia per la Biodiversità. Elaborata dal Ministero dell’Ambiente ed approvata dalla Conferenza Stato-Regioni, la “Strategia Nazionale per la Biodiversità”, finalmente, è stata presentata dal nostro Paese alla Decima Conferenza delle Parti della Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica (COP10) svoltasi a Nagoya, dal 18 al 29 ottobre 2010, con la partecipazione di 193 Paesi. Essa rappresenta, per il nostro Paese, uno strumento di grande importanza per garantire, a partire dal 2010 e per gli anni a venire (periodo 2011-2020), una reale integrazione ed il coordinamento tra gli obiettivi di sviluppo del Paese e la tutela del suo inestimabile patrimonio di biodiversità.

La Strategia Nazionale è articolata in tre tematiche cardine:

  • · biodiversità e servizi ecosistemici;
  • · biodiversità e cambiamenti climatici;
  • · biodiversità e politiche economiche.

Per le tre tematiche cardine, sono stati individuati tre obiettivi strategici che mirano a:

  • · garantire la conservazione dei servizi ecosistemici necessari alla vita;
  • · ridurre i cambiamenti climatici ed ambientali in atto e a favorire la mitigazione e l’adattamento;
  • · ottimizzare i processi di integrazione fra le politiche economiche e di settore e la protezione dei servizi ecosistemici.

In ragione della trasversalità del tema biodiversità, che risulta strettamente connesso con la maggior parte delle politiche di settore, il conseguimento degli obiettivi strategici è affrontato nell’ambito di 15 specifiche aree di lavoro (vedi tabella).


TABELLA RIEPILOGATIVA (Fonte Ministero dell’Ambiente)

La biodiversità e i servizi ecosistemici, nostro capitale naturale, sono conservati, valutati e, per quanto possibile, ripristinati, per il loro valore intrinseco e perché possano continuare a sostenere in modo durevole la prosperità economica e il benessere umano nonostante i profondi cambiamenti in atto a livello globale e locale.

La biodiversità e i servizi ecosistemici, nostro capitale naturale, sono conservati, valutati e, per quanto possibile, ripristinati, per il loro valore intrinseco e perché possano continuare a sostenere in modo durevole la prosperità economica e il benessere umano nonostante i profondi cambiamenti in atto a livello globale e locale. VISIONE
Biodiversità e servizi Eco sistemici Biodiversità e cambiamenti climatici Biodiversità e politiche economiche TEMATICHECARDINE
Entro il 2020 garantire la conservazione della biodiversità, intesa come la varietà degli organismi viventi, la loro variabilità genetica ed i complessi ecologici di cui fanno parte ed assicurare la salvaguardia e il ripristino dei servizi ecosistemici al fine di garantirne il ruolo chiave per la vita sulla Terra e per il benessere umano. Entro il 2020 ridurre sostanzialmente sul territorio nazionale l’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità e sul benessere umano, favorendo l’adattamento delle specie e degli ecosistemi naturali e seminaturali ai cambiamenti climatici e adottando le opportune misure di mitigazione,. Entro il 2020 integrare la conservazione della biodiversità nelle politiche economiche e di settore rafforzando la comprensione dei benefici derivanti dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici e la consapevolezza dei costi della loro perdita. OBIETTIVI STRATEGICI
1. Specie, habitat, paesaggio;2. Aree protette;3. Risorse genetiche;

4. Agricoltura;

5. Foreste;

6. Acque interne;

7. Ambiente marino;

8. Infrastrutture e trasporti;

9. Aree urbane;

10. Salute;

11. Energia;

12. Turismo;
13. Ricerca e innovazione;

14. Educazione, informazione e comunicazione;

15 L’Italia e la biodiversità nel mondo.

AREE DI LAVORO

La quarta area di lavoro riguarda l’Agricoltura.

Le relazioni tra agricoltura e biodiversità, sono estremamente complesse, talvolta di natura contrapposta. La biodiversità costituisce la base dell’agricoltura, consentendo la produzione di cibo e contribuendo alla salute e alla nutrizione di tutta la popolazione mondiale.

A fronte di questo importante ruolo come ricettacolo di biodiversità, l’agricoltura è riconosciuta a livello mondiale come il più importante fattore di erosione genetica, di perdita di specie e conversione di habitat naturali (Millennium Ecosystem Assessment 2005).

A conferma di questo duplice ruolo dell’agricoltura nei confronti del patrimonio naturale, anche in Italia, è opportuno ricordare che circa il 42% del territorio nazionale è destinato ad attività agricole (ISPRA, 2010) e che una quota di questo, pari all’incirca al 21% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata), presenta caratteri di alto valore naturalistico (High Natural Value Farmland HNV), in termini di biodiversità genetica, di specie e di paesaggio.

L’intensificazione delle attività agricole, la semplificazione strutturale degli ecosistemi naturali, l’abbandono delle aree rurali, dovuto tra l’altro alla scarsa convenienza economica nella loro utilizzazione e diffuso particolarmente nelle aree svantaggiate, l’uso di fertilizzanti e di prodotti fitosanitari sono tra le principali minacce per la biodiversità legata agli habitat agricoli.

D’altronde l’integrità funzionale degli ambienti agricoli è strettamente dipendente dalla presenza di condizioni che mantengano elevata l’efficienza dei servizi ecosistemici (servizi di approvvigionamento, servizi di regolazione, servizi di supporto, servizi culturali e ricreativi).

Questi servizi, di diretta utilità per l’uomo, sono generati proprio da un’efficace interazione fra gli ecosistemi agricoli e quelli selvatici.


L’agricoltura, infatti, ha sicuramente bisogno:

  • · di suoli che, anche ad opera della diversificazione e dell’abbondanza degli organismi che vi dimorano (biodiversità del suolo), abbiano e mantengano una idonea fertilità e resilienza;
  • · di una maggiore attenzione e consapevolezza alla biodiversità pianificata e associata nella gestione agricola;
  • · di sistemi di prevenzione e di lotta alle infestanti e ad agenti patogeni caratterizzati da un basso impatto sugli altri organismi viventi (biologica, integrata o biodinamica);
  • · di approvvigionamento idrico per i sistemi di irrigazione;
  • · della cospicua presenza di insetti pronubi, per il determinante servizio che svolgono nella fecondazione (impollinazione entomofila) e quindi nella riproduzione di gran parte della flora coltivata.

Il ruolo svolto dall’agricoltura a favore della tutela e della promozione della biodiversità rischia di essere compromesso dall’espansione urbanistica e infrastrutturale e dai fenomeni speculativi legati alla ricerca di suoli agricoli da destinare alla realizzazione di impianti per l’utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili. I dati ISTAT mostrano una diminuzione della SAU. Dal 1950 al 2000 la SAU in Italia si è ridotta di circa 5 milioni di ettari di cui il 40% è divenuto incolto improduttivo; la superficie improduttiva è attualmente valutata intorno al 15% della superficie nazionale con punte del 30% nella penisola.


Le criticità del settore agricolo con riferimento alla biodiversità possono essere riassunte come segue:

  • · generale declino della biodiversità in tutti i suoi aspetti (diversità genetica, delle specie e degli agro-ecosistemi), considerando anche l’abbandono di pratiche agricole tradizionali e di specie animali o vegetali autoctone, ritenute non più valide economicamente o tecnicamente o di infrastrutture paesaggistiche tradizionali quali i muri a secco, i canali di irrigazione ecc;
  • · erosione del suolo, perdita di sostanza organica e di biodiversità del suolo, desertificazione;
  • · conflitti sull’uso del suolo legati all’aumento di produttività agricola, con conseguente

interruzione del continuum ambientale e della connettività ecologica;

  • · utilizzazione di tecniche agricole non sostenibili;
  • · introduzione di specie per cause diverse (lotta biologica o integrata, miglioramento delle razze o varietà, aumento produttività ecc.) o di altro materiale genetico alieno e conseguente

ibridazione dei ceppi, razze e/o varietà locali oltre che delle specie native ( problematica aperta degli Organismi Modificati Geneticamente);

  • · inquinamento causato da prodotti chimici utilizzati nelle consuete pratiche agronomiche (fertilizzanti azotati e fosfatici, prodotti fitosanitari, coltivazioni di biomassa a scopo energetico, ecc.) o da altre sostanze provenienti da fonti inquinanti atmosferiche o dall’uso in agricoltura di deiezione animali, acque reflue, fanghi di depurazione ecc. (presidi farmacologici per la zootecnia e la medicina, radionuclidi, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici ecc.);
  • · trasferimento di parassiti o malattie dalle aree agricole alle aree selvatiche;
  • · effetti dei cambiamenti climatici, che possono accentuare le differenze regionali e acuire le disparità economiche tra le zone rurali;
  • · abbandono colturale, specialmente nelle aree di collina e di montagna e marginali del Paese, segnalato dalla riduzione della Superficie Agricola Utilizzata (SAU);
  • · omogeneizzazione delle colture con selezione di varietà coltivate estensivamente, mirate alle richieste del mercato ma non rispondenti ai principi dell’agricoltura sostenibile.

Paragonata ad altri settori del mondo produttivo, l’agricoltura offre importanti opportunità pratiche ed attuabili per conseguire la mitigazione degli effetti e l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso azioni di carbon sequestration e per l’aumento della resilienza del suolo che, per la maggior parte, va attribuita alla presenza di una comunità edafica ricca e diversificata.

Lavorazioni quali il no-tillage, altrimenti detta sod seeding, ossia la semina su cotico erboso, o

anche più semplicemente coltivazioni conservative (conservation agricolture) che prevedono la riduzione dell’intensità e/o della profondità delle lavorazioni; le colture di copertura, le colture intercalari (inerbimento, sovescio ecc); le rotazioni, le consociazioni o l’introduzione dell’intercropping; la conservazione o la creazione di fasce tampone vegetate o di barriere vegetate quali siepi o alberature; l’adozione di tecniche di agricoltura biologica ed estensiva, sono ritenute positive sia per il rispetto della produttività agricola che per la protezione della biodiversità e della fertilità del suolo.

L’agricoltura italiana è anche caratterizzata da ampie aree dedicate alle produzioni biologiche: un milione di ettari pari a circa il 3% della superficie mondiale destinata al biologico e il 12-13% della SAU biologica dell’UE, che ne fanno uno dei primissimi produttori mondiali del comparto e il primo in Europa, insieme alla Spagna.

Le politiche agricole e gli strumenti finanziari per la gestione delle risorse agricole rivestono un ruolo determinante per la gestione e la conservazione della biodiversità: l’attuale Politica Agricola Comunitaria (PAC), infatti, è orientata anche al conseguimento di obiettivi di salvaguardia ambientale e di promozione sociale ed economica.

In tal senso la Politica agricola riveste l’importante ruolo di promuovere modelli di produzione durevoli, economicamente sostenibili e che permettano, nel contempo, di intervenire sull’ambiente nonché sulla valorizzazione e sul ripristino della biodiversità del maggior numero di specie animali, vegetali e microbiche.

In questa ottica, gli obiettivi specifici per favorire la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità agricola sono così individuati:

1. implementare le anagrafi delle specie da allevamento, così da censire e monitorare l’entità delle popolazione di specie autoctone pure;

2. favorire la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità agricola e la tutela e la diffusione di sistemi agricoli e forestali ad alto valore naturale( HNV);

3. mantenere e, laddove necessario, recuperare i servizi ecosistemici dell’ambiente agricolo in fase di danneggiamento a causa, in particolare, dell’impatto di prodotti chimici, della perdita di suolo e di biodiversità del suolo, del mantenimento di connettività, dell’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua;

4. promuovere il presidio del territorio (in particolare in aree marginali o soggette a marginalizzazione e abbandono) attraverso politiche integrate che favoriscano l’agricoltura sostenibile con benefici per la biodiversità, per il mantenimento degli equilibri idrogeologici e dei nutrienti, evitando l’abbandono e/o la marginalizzazione delle aree agricole (applicazione della condizionalità, che fa sì che l’agricoltore assuma anche il ruolo del custode delle propri terre);

5. promuovere la tutela e la valorizzazione di specie locali e autoctone;

6. promuovere l’uso delle terre in base alla loro attitudine/vocazione e favorire la tutela e la valorizzazione di specie locali e autoctone, anche valutando la necessità e l’opportunità di modificare le colture e le varietà sulla base delle tendenze climatiche;

7. favorire il mantenimento degli ecosistemi e del paesaggio rurale attraverso una gestione mirata dei terreni agricoli allo scopo di creare e/o mantenere una sorta di “infrastruttura verde”.


Per raggiungere i predetti obiettivi sono disponibili:

  • · strumenti di intervento in ambito internazionale ed europeo;
  • · strumenti di intervento in ambito nazionale.

Concludo con le parole di Emile Frison, direttore generale di Bioversity International, “….. nel discorso sulla tutela e la conservazione della biodiversità non si dimentichi il ruolo fondamentale che la biodiversità agraria ha nel garantire la salute e la sicurezza alimentare delle popolazioni”.

LUIGI SAVARINO

Delegato del Governatore

alla “Tutela della Biodiversità”


Agg.: 18 Novembre 2010

da Luigi Savarino delegato ”Tutela della biodiversità”
DA NAGOYA LA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’ E DELLE FORESTE

COP10, la Decima Conferenza delle Parti della Convenzione Internazionale sulla Biodiversità, che ha visto la partecipazione dei delegati di 193 Paesi, riunitisi a Nagoya- Aichi, in Giappone, si è conclusa il 29 ottobre scorso. I lavori, iniziati il 18 ottobre, hanno portato alla stesura di programmi condivisi a livello internazionale volti a tutelare la diversità biologica, nel rispetto degli obiettivi prefissati dagli Stati membri della Convenzione (CBD), siglata, ormai, diciassette anni fa.

Durante i colloqui, le Parti:

  • · hanno accettato di dimezzare e, ove possibile portare vicino allo zero, il tasso di perdita di habitat naturali, comprese le foreste;
  • · hanno stabilito un obiettivo del 17 per cento per la protezione delle aree terrestri e d’acqua interne e del 10 per cento delle aree marine e costiere (attualmente meno del 10 per cento della terraferma e meno dell’1 per cento degli oceani sono tutelati);
  • · hanno preso l’impegno che ogni Governo si obblighi a ripristinare e provveda alla conservazione di almeno il 15% delle aree degradate;
  • · hanno accettato di compiere ulteriori sforzi per ridurre la perdita di barriera corallina;
  • · si sono impegnati a lavorare sin da ora per definire in tempo, per la riunione della undicesima Conferenza del 2012 (la Conferenza delle Parti, COP, l’organo intergovernativo cui è demandato il compito di dare attuazione alla Convenzione, si riunisce ogni due anni) gli obiettivi ed i meccanismi attraverso i quali reperire, stanziare ed incanalare in progetti di tutela della biodiversità le risorse finanziarie necessarie al rispetto del protocollo.

L’Italia si è presentata, finalmente, al vertice di Nagoya avendo adottato, (dopo 16 anni dalla ratifica da parte del nostro Paese della CBD, 1994), la “Strategia Nazionale per la Biodiversità”, elaborata dal Ministero dell’Ambiente e approvata dalla Conferenza Stato-regioni.

L’Italia, inoltre, come ha annunciato il Ministro dell’Ambiente, (sempre nell’ambito della decima Conferenza mondiale sulla Biodiversità), ha stanziato 100 milioni di euro per sostenere la “Partnershipp REDDplus” (Reducing Emissions from Deforestation and Degradation in Developing Countries), l’iniziativa internazionale contro la deforestazione nei Paesi in via di sviluppo, dimostrando concretamente di voler contribuire all’immediata attuazione delle azioni “fast-start” decise nel vertice di Copenaghen contro i cambiamenti climatici.

Ciò anche in previsione dell’anno che verrà, (2011), che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per sostenere l’impegno di favorire la gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste di tutto il mondo, ha proclamando “Anno Internazionale delle Foreste – 2011”.

La protezione delle foreste, infatti, deve essere una priorità della comunità internazionale dal momento che la deforestazione è ritenuta la causa di circa il 20% delle emissioni mondiali di gas all’origine dell’effetto serra e del surriscaldamento del Pianeta.

E non solo: i ricercatori della biodiversità avvertono che, se si misura il valore di un bosco unicamente in base alla sua capacità di ridurre CO2, si dimentica la sua importanza per l’ecosistema. Utilizzando questo criterio anche una piantagione, addirittura una monocoltura, può essere considerata un “bosco”. Ma a differenza di una piantagione o di un bosco artificialmente coltivato, una foresta ricca di biodiversità, offre un habitat a centinaia di organismi diversi.

Attualmente il 30% del terreno mondiale è coperto da boschi, ma neanche il 10% sono foreste primarie. Questo perché ogni anno vengono deforestati 13 milioni di ettari (ovvero 10 km quadrati) di bosco primario, mentre i 6 milioni di ettari di rimboschimento sono privi di biodiversità (come rileva l’UFZ, Centro di ricerca ambientale di Lipsia).

Per di più, gran parte della biodiversità si trova nei Paesi in via di sviluppo, ma questi sono, paradossalmente, impossibilitati a proteggerla e a giovarsene proprio perché sono, principalmente, i paesi industrializzati ad approfittarne, disponendo dei finanziamenti necessari.

Per invertire questa tendenza, la CBD ha posto come obiettivo la realizzazione di un protocollo per la giusta ripartizione dei vantaggi tratti dalle risorse biologiche e dal sapere tradizionale.

La piattaforma comune approvata durante la Decima Conferenza delle Parti della Convenzione Internazionale sulla Biodiversità (COP10) a Nagoya, sarà la base dei colloqui delle Nazioni Unite a Cancun, in Messico, che da fine novembre partiranno per negoziare un’intesa che subentri al Protocollo di Kioto.

In questo contesto i Lions siciliani, per accrescere e diffondere la conoscenza sulla biodiversità e attivare una sensibilizzazione sulle pressioni che la minacciano, hanno intrapreso un’attività d’informazione gratuita, attraverso un CD e la possibilità di partecipare a conferenze aperte al pubblico.

Il CD denominato “Guida all’uso della biodiversità in Sicilia”, il cui contenuto è prodotto dall’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente (ARPA), è masterizzato e distribuito (gratuitamente), su autorizzazione dell’ARPA medesima, dalla nostra Associazione.

LUIGI SAVARINO

Delegato del Governatore

alla“Tutela della Biodiversità”

Agg: 2 Novembre 2010

Da Luigi Savarino delegato per la “Tutela della biodiversità”

Per accrescere e diffondere la conoscenza sulla Biodiversità e per attivare una sensibilizzazione sulle pressioni che la minacciano, d’accordo con il nostro Governatore, ho proposto all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA), di attivare forme possibili di collaborazione offrendo Loro la disponibilità a stampare su CD e distribuire gratuitamente ai nostri Soci, alle Scuole, ai portatori di interessi, ecc. la pubblicazione dell’Agenzia medesima “GUIDA ALL’USO DELLA BIODIVERSITA’ IN SICILIA”, nonché ad organizzare, a richiesta dei Clubs Lions, eventuali conferenze, aperte al pubblico, per avvicinare le persone all’immenso patrimonio di biodiversità presente in Sicilia e per far scoprire al grande pubblico il suo valore per la vita dell’uomo e per la tutela dell’ambiente.

L’ARPA ha approvato il progetto dei Lions ed ha autorizzato la stampa del CD.

La “Guida all’uso della biodiversità in Sicilia” è costituita nel modo seguente:

Parte I Salvaguardia della Biodiversità

_ La salvaguardia della biodiversità

_ Verso una cultura della sostenibilità

_ La Convenzione Quadro sulla Diversità Biologica

_ Il percorso dopo la Conferenza di Rio

_ Strumenti e misure per la sostenibilità ambientale

Parte II Biodiversità e produzioni in Sicilia

_ Biodiversità e sementi

_ L’olivicoltura in Sicilia

_ Caratteristiche organolettiche della produzione olearia siciliana

_ La produzione da agricoltura biologica

_ La produzione di olive da mensa

Parte III Biodiversità e aree naturali protette

_ Riserva naturale Bosco di Ficuzza

_ Riserva naturale orientata Monte Cofano

_ Riserva naturale orientata Biviere di Gela

_ Riserva naturale orientata Bosco di Santo Pietro

_ Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile

_ Riserva naturale integrale Grotta Conza

_ Riserva naturale orientata Monte Pellegrino

_ Riserva naturale speciale Lago di Pergusa

_ Riserva naturale Pino d’Aleppo

_ Riserva naturale Fiume Ciane e Saline di Siracusa

_ Riserva naturale Oasi del Simeto

_ Riserva naturale integrale Macalube di Aragona

_ Riserva naturale orientata dello Zingaro

_ Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari

_ A.M.P. Capo Gallo – Isola delle Femmine.

_ A.M.P. Isole Ciclopi

_ A.M.P. del Plemmirio

_ A.M.P Isola di Ustica

_ A.M.P. Isole Egadi

_ A.M.P. Isole Pelagie

_ Parco Fluviale dell’Alcantara

_ Parco dell’Etna

_ Parco delle Madonie

_ Parco dei Nebrodi

Il CD, che è stato già presentato e distribuito ai Soci durante l’Incontro d’Autunno, resta (gratuitamente) a disposizione dei Clubs e dei Soci interessati che potranno richiederlo a me, preferibilmente per e-mail.

Cordialità.

Luigi Savarino