CONSERVAZIONE ED USO SOSTENIBILE DELLA BIODIVERSITA’ E SVILUPPO DEL TURISMO di Luigi Savarino *


Nell’ambito degli impegni assunti con la ratifica della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD, Rio de Janeiro, 1992), avvenuta, per l’Italia, con la Legge n. 124/1994, si colloca l’elaborazione di una Strategia per la Biodiversità. Elaborata dal Ministero dell’Ambiente ed approvata dalla Conferenza Stato-Regioni, la “Strategia Nazionale per la Biodiversità”, è stata presentata dal nostro Paese alla Decima Conferenza delle Parti della Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica (COP10) svoltasi a Nagoya, dal 18 al 29 ottobre 2010, con la partecipazione di 193 Paesi. Essa rappresenta, per il nostro Paese, uno strumento di grande importanza per garantire, a partire dal 2010 e per gli anni a venire (periodo 2011-2020), una reale integrazione ed il coordinamento tra gli obiettivi di sviluppo del Paese e la tutela del suo inestimabile patrimonio di biodiversità.

La Strategia Nazionale è articolata in tre tematiche cardine: (Fonte Ministero dell’Ambiente)

  • biodiversità e servizi ecosistemici;
  • biodiversità e cambiamenti climatici;
  • biodiversità e politiche economiche.

Per le tre tematiche cardine, sono stati individuati tre obiettivi strategici che mirano a:

  • garantire la conservazione dei servizi ecosistemici necessari alla vita;
  • ridurre i cambiamenti climatici ed ambientali in atto e a favorire la mitigazione e l’adattamento;
  • ottimizzare i processi di integrazione fra le politiche economiche e di settore e la protezione dei servizi ecosistemici.

In ragione della trasversalità del tema biodiversità, che risulta strettamente connesso con la maggior parte delle politiche di settore, il conseguimento degli obiettivi strategici è affrontato nell’ambito di 15 specifiche aree di lavoro (vedi tabella).

La dodicesima area di lavoro riguarda il Turismo.

Il turismo, nel mondo, in Europa ed in Italia, rappresenta uno dei settori più importanti (ed in crescita) dell’economia che può contribuire in misura significativa al raggiungimento degli obiettivi di mantenimento di livelli elevati di aumento occupazionale, di un progresso etico che tenga conto dell’opportunità che ciascun individuo ha di riscoprire il valore della socializzazione, di una tutela efficace dell’ambiente e di uno sfruttamento equilibrato delle risorse naturali.

Coerentemente con i limiti propri delle risorse naturali, economiche, sociali e culturali (considerati in modo implicito nella sostenibilità economica), il settore del turismo non può concretizzarsi in un’espansione indefinita.

Tuttavia, mediante strategie specifiche, l’attività turistica può essere riallineata in modo tale da soddisfare i requisiti di sostenibilità divenendo al tempo stesso banco di prova e motore di crescita multifunzionale, rispettosa del sistema naturale a vantaggio anche delle generazioni future.

Le principali minacce all’ambiente e alla diversità biologica derivanti dal turismo possono essere così riassunti:

  • consumo di suolo per la realizzazione delle infrastrutture turistiche (strutture recettive e pararecettive e altre infrastrutture come reti stradali aeroporti e porti);
  • estrazione ed utilizzazione di materiali da costruzione;
  • incremento del rischio di erosione;
  • aumento del rischio di incendi;
  • danno, alterazione o distruzione di ecosistemi ed habitat a causa di interventi di deforestazione, di prosciugamento di zone umide, di uso intenso e di suolo;
  • prelievo e consumo della flora e della fauna da parte dei turisti nonché disturbo alle specie selvatiche con influenze sul comportamento, sulla mortalità e sul successo riproduttivo;
  • aumento del consumo di beni primari e risorse (acqua, energia);
  • deterioramento della qualità dell’acqua (acqua potabile, acque costiere) ed eutrofizzazione degli habitat acquatici;
  • aumento nella produzione di rifiuti solidi;
  • inquinamento atmosferico e produzione di gas serra anche per l’aumento della domanda di mobilità;
  • inquinamento acustico.

Vanno, altresì, presi in considerazione gli impatti di carattere socio-economico e culturale, che sono comunque fortemente correlati all’uso non sostenibile delle risorse ambientali e che provocano un degrado nella vita della popolazione ospitante o danno alle altre attività produttive, quali ad esempio:

*  impatti sulle comunità indigene e locali con perdita della loro identità culturale e delle loro attività tradizionali;

*  deterioramento del sistema paesaggio.

Il turismo può fortemente contribuire al raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, in linea con i principi delle Linee Guida per il Turismo Sostenibile della CBD, creando le condizioni affinché si realizzi una vera salvaguardia del territorio nella consapevolezza del valore della biodiversità.

La sfida principale per il settore del turismo è nella corretta gestione dell’attività in modo tale da garantire il rispetto dei limiti delle risorse naturali e della loro capacità di rigenerarsi e in modo da assicurare una giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti, con particolare riferimento ai bisogni delle popolazioni locali.

Proprio perché basato in larga parte sulla qualità ambientale, culturale e sociale, il turismo rischia di diventare economicamente e socialmente insostenibile quando provoca il deterioramento e l’esaurimento delle risorse che sono alla base della sua redditività.

Al contrario lo sviluppo sostenibile del turismo è legato alla crescita della qualità piuttosto che della quantità, quindi alla attivazione di forme di fruizione che non incidano sullo stato di conservazione della natura bensì la valorizzino.

Le tendenze e le priorità globali cambiano: oggi più che mai il turismo deve restare concorrenziale tenendo però presente la sostenibilità e riconoscendo che, a lungo termine, la concorrenzialità dipende dalla sostenibilità.

Gli obiettivi specifici per questa area di lavoro sono così individuati:

  1. prevenire e minimizzare gli impatti sulle componenti della biodiversità e sul paesaggio derivanti dall’attività turistica e favorire azioni di ripristino;
  2. promuovere l’integrazione tra conservazione e uso sostenibile della biodiversità e sviluppo del turismo;
  3. assicurare un’informazione di base, anche attraverso indicatori specifici, che consenta di effettuare valutazioni e di prendere decisioni consapevoli ad ogni livello sul tema turismo e biodiversità;
  4. promuovere l’educazione, la formazione, l’informazione e la sensibilizzazione sui temi del turismo sostenibile e del consumo critico delle risorse;
  5. promuovere in un’ottica di turismo sostenibile l’immagine nazionale sui mercati mondiali, valorizzando la biodiversità, le risorse e le caratteristiche dei diversi ambiti territoriali.

Strumenti d’intervento in ambito internazionale ed europeo

Nel maggio del 2000 a Nairobi (Kenya), nell’ambito del V Meeting of the Conference of the Parties to the Convention on Biological Diversity – CBD (COP5), è stata adottata la Decisione n. 25, rivolta al legame tra il turismo e l’uso sostenibile di risorse biologiche e ai potenziali impatti di natura sociale, economica ed ambientale, che il turismo può determinare sulla biodiversità.

Nel 2001 la Commissione europea pubblica una Comunicazione dal titolo “Un approccio di cooperazione per il futuro del turismo europeo” per evidenziare le potenzialità competitive del turismo europeo a favore della crescita e dello sviluppo. La Comunicazione è stata poi approvata, per la prima volta, dal Consiglio dei Ministri dell’UE con una Risoluzione specifica il 21 maggio 2002.

Nell’aprile del 2002, a l’Aja (Olanda), la Decisione n.14 adottata in occasione del VI Meeting of the Conference of the Parties to the Convention on Biological Diversity – CBD (COP6), ha ribadito l’importanza dell’eco-turismo.

Nel 2003 si è svolta a Djerba (Tunisia) la Prima Conferenza internazionale su Turismo e Cambiamenti Climatici, durante la quale è stata sottoscritta la Dichiarazione di Djerba con cui si riconosce la reciproca influenza esistente tra il turismo e i cambiamenti climatici e si insiste particolarmente sul sostegno alle ricerche scientifiche e l’uso di tecnologie pulite.

Nel 2003 la Commissione ha pubblicato una seconda Comunicazione dal titolo “Orientamenti di base per la sostenibilità del turismo europeo”, nella quale getta le basi per la futura politica sul turismo sostenibile.

Successivamente a Davos (Svizzera) è stata organizzata nel 2007 la Seconda Conferenza Internazionale su Turismo e Cambiamenti Climatici nel corso della quale è stata sottoscritta la Dichiarazione di Davos in cui i rappresentanti degli organi dell’ONU per il turismo, l’ambiente e il clima come anche gli uffici del turismo di cento paesi hanno convenuto che il settore deve «rispondere rapidamente al cambiamento climatico» e prendere «misure concrete» per far diminuire le emissioni di gas a effetto serra.

Nel 2007 è stata pubblicata la Comunicazione dal titolo “Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo” con la quale la Commissione intende rilanciare una politica di sostenibilità a lungo termine per tutto il settore, individuando azioni concrete e fornendo raccomandazioni agli Stati membri nel campo della sostenibilità e della competitività.

Nel 2007 è stato avviato anche il progetto pilota EDEN (European Destination of Excellence) “destinazioni europee di eccellenza”, per promuovere destinazioni minori, non inserite nei circuiti del turismo di massa, dove gli obiettivi di crescita economica sono in sintonia con la sostenibilità sociale, culturale, e ambientale del turismo. Ogni anno viene selezionata in ciascuno Stato membro una destinazione da proporre come esempio di buone prassi per il turismo sostenibile. Dopo una prima fase dedicata al tema “Destinazioni rurali emergenti” (2007), ed una seconda riguardante il “Turismo e patrimonio immateriale locale”(2008), la terza fase (2009) è stata dedicata al tema “Turismo e Aree protette”. Per la quarta fase (2010) è stato scelto il “Turismo acquatico”.

La conservazione della biodiversità è il cuore della Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette (European Charter for Sustainable Tourism in Protected Areas – ECST). La Carta è uno strumento su base volontaria indirizzato in particolare a creare un legame tra la salvaguardia della biodiversità e dell’ambiente e le attività umane sostenibili, con speciale riferimento al turismo. Obiettivo principale della Carta è quello di introdurre cambiamenti nell’approccio alla conservazione da parte dei portatori d’interesse locali rendendoli consapevoli dell’importanza della conservazione della natura come motivo per il loro sviluppo economico.

La Carta chiede inoltre ai gestori delle aree protette di creare una rete con le attività di turismo locali in modo da condividere strategia e piani d’azione capaci di conciliare conservazione e sviluppo.

 

Strumenti di intervento in ambito nazionale

La legge 29 marzo 2001, n.135 “Riforma della legislazione nazionale del turismo” riconosce il ruolo strategico del turismo per lo sviluppo economico e occupazionale del Paese nel contesto internazionale e dell’Unione europea, per la crescita culturale e sociale della persona e della collettività e per favorire le relazioni tra popoli diversi, e l’importanza della tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, dei beni culturali e delle tradizioni locali anche ai fini di uno sviluppo turistico sostenibile.

La riforma del Titolo V della Costituzione del 2003 ha stabilito tra l’altro l’esclusiva competenza delle regioni in materia di turismo.

Durante la “Seconda Conferenza Internazionale sul Turismo Sostenibile”, tenutasi a Rimini nel novembre 2008, promossa dalla Provincia di Rimini ed in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), la Commissione Europea, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e con ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives)- Local Governments for Sustainability, è stata approvata la “Seconda Carta per il turismo sostenibile”, la cosiddetta “Carta di Rimini”, che convalida gli Aalborg Commitments del 2004 in riferimento al turismo sostenibile e fa propri gli indirizzi dell’Organizzazione Mondiale del Turismo per l’affermazione del turismo sostenibile; in particolare, tra l’altro, viene sottolineata la necessità di fare un uso ottimale delle risorse ambientali, che costituiscono un elemento chiave per lo sviluppo del turismo, tutelando il mantenimento dei processi ecologici essenziali e contribuendo a conservare il patrimonio naturale e la biodiversità.

 

* Delegato del Governatore alla “Tutela della Biodiversità”