I LIONS ? MA…,CHI SONO ? di Walter Bramanti

“Occorre curare l’immagine ed occorre maggiore determinazione operativa e progettuale per ritagliarsi un ruolo nella società moderna“

Capita che qualche amico o conoscente, vedendo il distintivo all’occhiello di un lion, chiede cosa rappresenta quel distintivo.

E, non sono rare le circostanze che ci si sente dire  di non sapere e di non conoscere l’esistenza dei lion, e chi dice di averne sentito parlare,  non sa quali sono le finalità e l’ operato del Lions Club.

Ma, capita anche si sentir dire che  trattasi di una specie di associazione, della quale fanno parte personaggi un po’ snob, che ostentano importanza e benessere e che si riuniscono, per filosofeggiare e si incontrano in Conviviali luculliane.

Ciò, non solo  sorprende, anche perché in realtà non solo non è così, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, ma amareggia un vecchio lion sentir che si sconosca -in massima parte-,  l’operato pregevolissimo dai risvolti umani, qualificati e qualificanti, che si riassume nel motto : we serve.

Ma, che i lions siano : “poco e male conosciuti “  è anch’essa una verità (come ho sentito affermare ad un Governatore anni or sono).

Va detto con estrema schiettezza e senza riserve, cosa peraltro che non si può sottocere e neppure disconoscere, che la ratio del Lions International, che si concretizza con l’operato, l’azione ed il pragmatismo dei singoli club, nell’alveo della filosofia lionistica, hanno una valenza umana di altissimo profilo.

Ed allora, non basta dire (in genere in salotto e tra noi, cioè) all’interno del club, cosa si è fatto e cosa si sta facendo, quali e quante sono le iniziative lodevoli, anzi in genere lodevolissime, meritorie e significative, che si pongono ininterrottamente in essere, sia nell’ambito del territorio di competenza del club e sia anche a livello nazionale ed internazionale, ma, va data anche all’esterno notizia ed in modo sistematico, della vitalità della Associazione e del suo operato.

Non si tratta di sciovinismo, non si tratta di autocelebrazione e non è neppure mera apologia, ubbidendo alla moda corrente dell’esibizionismo tout cour, ma si tratta di ben altro : del diritto / dovere di dare la giusta immagine del Club, del proprio operato e quindi (perché no ? ) anche del valenza del donare.

Portare alla luce la verità non è, e non può essere mai giudicato un difetto, semmai è una virtù.

A tal fine non basta –ovviamente- la Rivista Nazionale del Club (THE LION ) , non bastano le Riviste –ove ci sono-  dei vari Distretti Lion, non bastano i giornalini di qualche singolo club e non basta qualche articolo occasionale che sporadicamente viene pubblicato dal quotidiano locale e riguardante una delle mille iniziative che si susseguono realizzate dai vari club.

E, non basta tutto ciò, perché in massima parte tali organi di stampa vengono letti poco, letti poco pure  dai soci (ed il più delle volte superficialmente ed altre volte neppure questo avviene), tant’è che i soci stessi sconoscono l’azione di solidarietà a vasto raggio del Lions International.

Occorre  un contatto, un rapporto continuo, occorre accordarsi e raccordarsi con gli organi di informazioni. Occorre organizzare la conferenze stampa preventive per presentare i programmi, i progetti, le iniziative benefiche. In altri termini, occorre rappresentare la vitalità operativa, occorre evidenziare le Conferenze di alto profilo culturale realizzate dai Lions, Conferenze su tematiche di interesse sociale rilevanti, Conferenze che hanno un contenuto (non solo) illustrativo, talvolta informativo, ma spesso anche  propositivo per le Istituzioni. Talune, Conferenze poi  dovrebbero orientarsi in un utilissimo processo informativo per la collettività e di stimolo per le Istituzioni nell’interesse della comunità. Necessita –dunque- porsi e proporsi all’attenzione  in un contesto sociale che –oggi più di prima- si nutre e si forgia orientato (e disorientato) ma, comunque, in genere condizionato dall’informazione martellante, spesso frivola, oscena e deleteria.

La visibilità nel mondo moderno è segno di vitalità, anzi addirittura di esistenza,  nel bene e nel male, in società convulsa e caotica avvitata su mali antichi e moderni, che i mass medi amplificano a dismisura.

Se Cartesio sosteneva qualche secolo or sono :” ego cogito ergo sum “  un sociologo moderno sostiene che : “ io appaio, dunque esisto “ .

E, sarebbe ora che l’immagine (per molti versi meritoria e prestigiosa) del Lions International nella società dei nostri giorni, trovi il suo spazio, perché oltre ad implicare una ricaduta a cascata qualificante sui vari Club e sui singoli soci, conferisce tono e rilievo all’operato del Club dando vigore (e, non poco), per esempio anche all’azione di stimolo dei Clubs presso le Istituzioni ad affrontare taluni problemi locali della comunità. Ed è necessario quel quid (conoscenza-prestigio) ai Club affinché nel loro operato di un pungolo ai “Palazzi” trovi asilo l’azione propositiva lions, per affrontare e per risolvere le problematiche a favore di chi soffre ed è meno fortunato.

Per altro verso è inderogabile un migliore e  maggiore pragmatismo operativo dei club lions, per dare proficui risultati, uscendo dai salotti, accotonando la retorica, sforzandosi di attuare iniziative e fatti propositivi afferenti alle diverse realtà in cui il Club opera.

In altri termini, occorre maggiore determinazione operativa e progettuale per ritagliarsi un ruolo nella società moderna, imboccando con tenacia e vigore la strada della rappresentazione all’esterno della ratio e della vitalità lionistica, per non restare ai margini dal gran bazar che ci circonda, simile ad una specie  “mercato”  (ove figurano solo le mele marce)  in bella mostra,  rappresentativi di quella fetta di società che non è certamente la migliore.

Walter Bramanti