Zona 5

Presidente: Domenico SCALISI   Alcamo

 

 

 

 

 

Trapani Marsala Alcamo Pantelleria

Agg.: 2 Aprile 2011

Zona 5

Il federalismo è un processo irreversibile: si deve attuare! Per la Sicilia non è una opportunità ma si può “governare” e attraverso il processo di costruzione delle varie norme ridurne l’impatto negativo. Può essere sintetizzato così il messaggio che il Lions della Zona 5 ha lanciato con il convegno  dello scorso 5 marzo al Centro Congressi Marconi di Alcamo dal titolo: L’attuazione del Federalismo in Sicilia: aspetti giuridici e tecnici. Un meeting interclub che ha coinvolto i Lions di Alcamo, Marsala, Pantelleria e Trapani e che ha chiamato a confronto esperti di vari settori. Una iniziativa che ha avuto il plauso del sindaco di Alcamo Giacomo Scala il quale ha sottolineato il valore e l’importanza di organizzare un convegno su un tema tanto attuale quanto fondamentale per il nostro futuro visto i riflessi che la riforma avrà sui bilanci degli Enti locali in particolare.

A fare gli onori  di casa il presidente della Zona 5, dott. Domenico Scalisi, ed il presidente del Club di Alcamo, avv. Roberto Calvaruso, mentre a coordinare i lavori è stata la senatrice Enza Bono Parrino.

Diverse le angolature dalle quale è stato affrontato l’argomento: il prof. Amenta si è soffermato sui profili costituzionali del federalismo; il prof. Angelo Cuva è entrato nel tema del “federalismo fiscale e partecipazione dei Comuni all’accertamento tributario” con il dott. Castrenze Giamportone che all’interno dello stesso tema ha analizzato il ruolo delle Agenzie delle Entrate; il dott. Massimiliano Augugliaro si è chiesto se il federalismo fiscale può essere una opportunità per la Sicilia; il dott. Antonio Pogliese ha cercato di spiegare l’impatto che la riforma può avere per l’economia siciliana.

Per Pogliese bisogna escludere l’ipotesi che “il federalismo fiscale possa essere una opportunità per la Sicilia nella misura in cui i trasferimenti al Sud saranno inferiori”.

Allora?

Allora,  ha spiegato in sintesi  Pogliese –  il ceto politico siciliano, se vuole dimostrare un minimo di serietà e di impegno,  deve vedere nelle maglie della normativa che si sta formando quali possono essere gli elementi per incidere nella stessa al fine di limitare la necessità di nuove imposte. E questo perché più che promesse è preferibile, da subito, avere qualcosa di scritto e di codificato.

Oggi siamo in piena globalizzazione dell’economia ed uno degli effetti, e sembra un paradosso, è che se  da un lato l’economia è globalizzata gli effetti della globalizzazione fanno aumentare la competizione tra i territori, addirittura la competizione avviene tra quartieri della stessa città. E nella competizione tra territori sicuramente un effetto determinante, per quanto riguarda in particolare l’attrazione di investimenti, l’avrà la pressione fiscale.

Che fare per ridurre l’impatto negativo del federalismo?

Pogliese, per fare qualche esempio, ha indicato due vie.

La prima riguarda i costi standard della sanità sui quali, ha detto, “il ceto politico siciliano dovrebbe far rilevare il diverso livello di infrastrutturazione”.

La seconda interessa i criteri di ripartizione dell’IVA.

“Quando nel 1971 è stata istituita – ha detto –  è stata prospettata come imposta sui consumi. In effetti, però, il meccanismo dell’IVA è diventato un imposta sulla produzione atteso che la maggiore fascia di valore aggiunto si verifica nelle regione dove c’è la produzione “.

“Rivediamo – ha continuato – il criterio di ripartizione dell’IVA per farla ritornare imposta sui consumi”.

Altre soluzioni sarebbero possibili ed auspicabili. Ecco perché, secondo Pogliese, “il ceto politico siciliano, se ha un minimo di buon senso, dovrebbe fare sistema, coinvolgendo i tecnici, nella prospettazione  di soluzioni tecniche finalizzate a ridurre gli effetti negativi del federalismo”.

Insomma, come ha sostenuto il dott. Massimiliano Augugliaro, il futuro del federalismo fiscale è tutto nella “partita che si sta giocando a livello politico”.

“La cosa importante – ha detto il prof. Gianfranco Amenta – è che chi ci amministra abbia la consapevolezza di attuare delle regole che siano equilibrate e la grande onestà di amministrare nell’interesse della collettività  non guardando ad interessi settoriali. Solo in questo modo, infatti, potremo godere del federalismo e non averlo come una pietra al collo”.

Paolino Calvaruso (Dal mensile il Segestano News di Alcamo)