LA MISSIONE COTTOLENGO DI CHAARIA (Kenia) di Vincenzo Scala

Scorrendo  il  blog   http://chaariahospital.blogspot.com vi  accorgerete  del  molteplice  aiuto  fornito  alla    popolazione  locale  dalla  missione  Cottolengo  di  Chaaria.

Dall’aereoporto   di  Nairobi  (Kenya)   sono  550  km  di   strada piu’  sul   naturale  che  asfaltata  e   8  ore   di   trasporto con   il “matatu”  un  specie di  pulmino  locale  che vi  aggiusta  le  ossa  della colonna  vertebrale.

Gli  ultimi  35  km   da  Meru (capoluogo di provincia)    a  Chaaria   si  snodano tra la  foresta  e  lungo    “trazzere”   o  “carrettere”, attraversando  paesaggi  favolosi  ma   selvaggi  e  pericolosi  se restate  col  matatu   guasto,  non  tanto  per  gli  uomini  o  le  donne , tutti debitamente  forniti  di  machete, ma  per  gli  animali  che  si  aggirano   attorno   (non  ultimo   un velenosissimo  serpente  detto mamba verde   o  meglio  in inglese   “seven  steps”    ovvero  sette passi non di piu’  dopo  il  morso  e poi   si  muore).

Dopo   otto  ore  di  trasporto  e   una  infinita  distesa  di verde, di  fiumi,  di colline,   di carrettere   circondate  da capanne e  qualche  casa in mattoni, giungiamo  nella  nostra  oasi  che  come  un  miracolo ci  accoglie  quasi  sorridendo  e  ci  offre  quel minimo  di comfort  a  cui  siamo  abituati.

Attorno  l’ingresso  principale   sorgono la  capanne  bancarelle  per  la  vendita  ai   parenti  dei pazienti  di  qualche  mercanzia.

Voi  credete   che   i  pericoli  siano  finiti   ma  pensate  a  quante  zanzare  “malariose”  ci  attendono  e   quante   precauzioni dobbiamo   porre in  essere   per  rendere potabile l’acqua  (bollirla   e poi   lasciarla  raffreddare  prima  di berla),  per  la doccia  o  la  pulizia  dei  denti,   per le escoriazioni  della pelle (coprirle per evitare  le  larve  delle  mosche), per  non fare  i  bagni in acque  dolci  come laghi  o  fiumi  (filariosi o bilharziosi  in agguato) , per  rifare il letto  prima  di  dormire  con la paura di trovare il mamba,  etc.

Le  suore  e  i frati  del  Cottolengo  hanno  creato  dal  nulla  un   vasto  complesso   che  in  primis  assiste   “i  buoni  figli”   ovvero  i   reietti  della  societa’  causa  gli  handicap  fisici  o  psichici  che non vivono relegati  ma    si  muovono  liberamente,  ci  vengono vicini, discutiamo  e  a  volte  scherziamo con  loro  perche’   per   un  sorriso  e’  la  migliore  medicina.

Subito  dopo   i  frati  del  Cottolengo  hanno  creato,  essendovi   la   richiesta ,  un  complesso ospedaliero  per  140  posti  letto   per  uomini e  donne  e bambini,  con  annessa   sala  operatoria,  sala parto,  culle  termiche,  sala  odontoiatrica,  servizio  e.c.g.,  videogastroscopia e  videocolonscopia ,  ecografia,  servizio  rx, laboratorio analisi, etc.

L’anima  organizzativa del tutto  e ‘  fr.  Beppe (anche  egli  medico) che,  provenendo  dal  lontano  piemonte, da  molti anni si  dedica    anima  e corpo  a  questa   missione.

Naturalmente il personale  ausiliario  e infermieristico  e’   locale, come pure qualche medico, ma non  sono  mai  sufficienti    per   la  mole  di  lavoro.

Pensate  poco meno  di  80.000  pazienti  visitati in un anno sia di  urgenza  che in elezione  e  di questi circa 12.000  ricoveri.

Tutta   l’attrezzatura  come il  materiale  di consumo  viene  donato  o  acquistato a  seguito di  donazioni  raccolte  dalla  onlus  Cottolengo   che  ha  sede  a  Torino,  e  a   cui   facciamo riferimento per organizzare le donazioni in denaro  o in materiale   e   per  i turni dei volontari.

Le  nostre  stanze   sono  piu’  che  dignitose.

I muggiti  bovini   insieme  ai polli,  ai  maiali  vengono  allevati  per   il  centro   e   nel  mentre ci  fanno  compagnia.

Gli    ortaggi    e   la frutta (mango – papaya – banane – passion fruit) provengono pure  dal’orto e  sono sicuramente biologici..

Il lavoro per  tutti  non manca  mai e  non conosce cartellino  orario. da  qualche anno  questo ospedale  e’  riconosciuto come  ospedale  italiano  nel  mondo dai nostri  ministeri   degli   esteri,   dell’universita’ e  della salute.

Su altri  particolari  magari  attraverso  la documentazione  foto  o  video  potrete  meglio documentarvi  scorrendo questo blog

La  presente    lettera  aperta   viene  inviata  al governatore  lion   Giuseppe Scamporrino  ,  al presidente  Carmelo  Giuffrida, al  delegato  distrettuale   per l’Africa  Salvatore Scala    e  ai soci  tutti   del  mio club  come  pure agli amici  del Leo  club  di  cui  conosco  l’impegno   nel  sociale

A  loro  e  alla loro  sensibilita’  e  generosita’  si  rivolgono,  non io,  ma le  centinaia  di  uomini  e donne  e bambini   locali  per   poter  continuare a  offrirgli   un  minimo  di  assistenza  dignitosa e  ad  un livello non certo uguale  al  nostro  ma  comunque   efficace e    curativo.

Grazie   di  cuore   a tutti   ed  in particolare ai soci  del mio club.

dott.  Vincenzo   Scala